GIOVANNI RIVA
(Torino 1890 - 1973)
Leda Gys, 1913
Bronzo, altezza cm. 55
Firmata e datata sulla base al verso "G RIVA/13"
Base in marmo
Bibliografia: Chimere Miti allegorie e simbolismi plastici, pg. 6, fig.18 (esemplare della Coll. Museo Nazionale del Cinema Torino, 1915)
Leda Gys, nome d’arte di Giselda Lombardi
(Roma, 10 marzo 1892 – Roma, 2 ottobre 1957)
Nativa di Trastevere, nacque in una famiglia piccolo borghese, da Giulio e Teresa Ilardi.
Venne introdotta nello spettacolo appena ventenne dal poeta romanesco Trilussa, con cui ebbe una relazione sentimentale. Il suo compagno infatti la raccomandò per lavorare negli studi cinematografici della Celio Film e della Cines di Roma, e lo stesso anagrammando il suo nome di battesimo coniò anche il suo nome d'arte, Leda Gys.
Scritturata quindi come «attrice giovane», nel 1913 esordì come comparsa nel film Dopo la morte. Nello stesso ottenne il suo primo successo con il film L'Histoire d'un Pierrot nel ruolo di Louisette. In quel periodo recitò accanto alle dive del momento come Francesca Bertini ed Hesperia.
Venne notata anche con film brillanti come Leda innamorata (1915), prima pellicola che reca il suo nome già nel titolo e parodia delle dive cinematografiche dell'epoca.
Fu partner cinematografica di Mario Bonnard in numerosi film girati tra il 1915 e il 1916 con la Caserini Film, prima di tornare alla Cines dove recitò fra gli altri nel film Christus nel ruolo della Madonna.
Successivamente, venne scritturata dalla napoletana Polifilms dove fu notata dal distributore-produttore Gustavo Lombardo. La Gys lasciò Trilussa e intrecciò una relazione sentimentale con Lombardo che durò tutta la vita. Nel 1920 nacque il loro figlio, e futuro patron della Titanus, Goffredo, e si sposarono nel 1932.
Fu «prima attrice» della Lombardo Film dal 1917 (poi dal 1928 Titanus) e interpretò numerosi film, fra i quali vi fu I figli di nessuno, tratto dal romanzo di Ruggero Rindi. Il maggior successo artistico della carriera della Gys arrivò con la commedia Santarellina del 1923, tratto dalla pièce teatrale Mam'zelle Nitouche di Henri Meilhac e Albert Millaud.
Il film con cui concluse la carriera, peraltro l'ultimo muto della Titanus, fu La signorina Chicchiricchì, e si ritirò dalle scene per occuparsi del figlio.
Interpretò oltre 80 film, specializzandosi nel filone partenopeo, che ebbe grande fortuna non solo nel meridione d'Italia ma anche tra gli emigrati negli Stati Uniti d'America. La sua recitazione, spigliata e spontanea, si stacca dai cliché del cinema muto italiano di quegli anni.