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CARLO CERESA

(San Giovanni Bianco, 1609 - Bergamo, 1679)

Ritratto di gentiluomo

olio su tela cm 98x84

In cornice coeva

Comunicazione scritta della Prof.Mina Gregori

Bibliografia: Piacenza, terra di frontiera: pittori lombardi e liguri del Seicento

a cura di F.Moro con i contributi di F.M.Ferro e S.Ponti, p 6

 

La tradizione ritrattistica vede in Bergamo, dal Cinquecento al Settecento, un centro artistico di assoluto rilievo: a metà strada tra i grandi interpreti cinquecenteschi, connotati dall’acceso naturalismo, quali il Lotto e il Moroni, e il supremo esito spressivo rappresentato nel XVIII secolo da Fra’ Galgario, si colloca Carlo Ceresa, significativo esponente di questo genere pittorico ma anche prolifico autore di scene di storia sacra, caratterizzate spesso dal tono popolar-devozionale.
L’attenzione alla realtà, nei suoi molteplici aspetti, è infatti tratto essenziale della ritrattistica del maestro bergamasco, anche laddove il tono e la dignità dei personaggi raffigurati renda indispensabile un calibrato distacco nei confronti dello spettatore; il Ceresa tende infatti spesso a conferire solida e solenne monumentalità alle sue mezze figure, che si impongono in un’altera staticità, come è evidente anche nella tela qui presentata, rispetto allo spazio circostante, ma che allo stesso tempo creano contatto con l’osservatore. Non potrà infatti mancare di stupire il gesto affabile col quale il gentiluomo dialoga con chi lo contempla, anche grazie allo sguardo che, se ad una prima occhiata potrebbe apparire severo e distaccato nella sua intensa espressività, ad una più attenta osservazione risulta avvicinare il volto allo spettatore.

La stesura dell’incarnato, tanto nel viso quanto nelle mani, presenta delicati passaggi tonali e marcati chiaroscuri, che evidenziano un naturalistico plasticismo; né risulta da trascurare l’attenzione per la resa dell’abito, elemento sempre fondamentale nei ritratti del Ceresa, e qui magistralmente risolto nei contrasti tra i bianchi, nei quali spicca la definizione del pizzo e dei polsini, e il nero intenso e solenne, di nobile eleganza.

 

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