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FLAMINIO TORRE
(Bologna, 1620 - Modena, 1661)

Riposo durante la fuga in Egitto

Olio su tela, cm 77x102
 
Il soggetto dell’opera conosce una larga fortuna nella pittura italiana, a partire dalla grande tradizione del Cinquecento veneziano e dal modello caravaggesco, in cui si stempera la valenza ieraticamente religiosa del tema per approdare ad una realistica rappresentazione di un “nucleo familiare”, come nel nostro dipinto, in cui la Vergine sta per allattare il figlioletto. La tela rappresenta evidentemente, vista l’indubbia richiesta da parte della committenza per tale soggetto, così amato nel corso del Seicento, una replica autografa del dipinto, leggermente minore nelle dimensioni, conservato presso la Galleria Pallavicini di Roma e riferito a Flaminio Torre sin dal 1679.
L’accentuazione cromatica dello sfondo, con l’ampio cielo scuro e l’inserimento dell’elemento esotico della palma, la particolare tonalità e il morbido sfumare della superficie dell’incarnato, gli effetti naturalistici di alcuni dettagli, particolarmente il volto di San Giuseppe, il dinamico sviluppo baroccheggiante dei panneggi e l’intensità tonale degli stessi, avvicinano il maestro ai più felici risultati di un altro grande allievo di Guido Reni, con il quale il Torre aveva intessuto una proficua collaborazione: il pesarese Simone Cantarini.

 

 

 

Flaminio Torre