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ANSELMO BUCCI

(Fossombrone, 1887 -Monza, 1955)

La Ruche, 1907

Olio su tela, cm 70x90

Provenienza: Collezione Mario Fossati (Eredi Bucci)

Sul verso del telaio firma e titolo

Tra le righe. Ventiquattro artisti del Novecento italiano attraverso immagini e parole, a cura di G.Cribiori, 9cento Milano Edizioni, 2023, p 137, tav 75

La Ruche è un luogo artistico di Parigi dove dal 1902 si alternano artisti di tutto il mondo. Situato nel quartiere Vaugirard, ai confini di Montparnasse al "2, Passage de Dantzig", la Ruche è una vecchia struttura a forma poligonale che, con i suoi numerosi atelier, ha dato ospitalità a molti dei più grandi pittori, scultori e mosaicisti dei primi anni del Novecento.
La struttura fu acquistata dal mecenate e scultore Alfred Boucher (1850-1934), durante la demolizione dell'esposizione universale di Parigi del 1900 e la fece ricostruire nel XV arrondissement che all'epoca era la campagna di Parigi. L'idea di Boucher era quella di aiutare gli artisti poveri, ma ricchi di talento, che arrivavano a Parigi da ogni parte del mondo e offrire ai residenti i modelli e uno spazio espositivo.
L'inaugurazione avvenne nel 1902 e fu chiamata La Ruche (in italiano l'alveare) perché la struttura piena di finestre e di atelier con artisti al lavoro ricordava appunto l'alveare delle api. Chi abitava alla Ruche doveva pagare un bassissimo affitto che quasi mai i giovani artisti pagavano, ma Alfred Boucher non ha mai sollecitato o cacciato nessuno.
Tra gli artisti che vi hanno abitato ricordiamo Archipenko, Chagall, Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Léger, Deluc, Soutine, Kremegne, Kikoine, Zadkine, Epstein, Marevna, Rivera, Soffici, Lipchitz, Damboise, Guardigli, José Balmes, Gracia Barrios e molti altri.
Durante la seconda guerra mondiale la struttura è andata in declino e al momento del boom immobiliare del 1968 ha rischiato la demolizione, ma, grazie ad un comitato a difesa con Marc Chagall presidente onorario e altri 30 artisti tra cui Renato Guttuso ed un magnate, è stato riacquistato il terreno che è stato donato allo stato francese creando una fondazione nazionale che lo ha reso intoccabile. Vi abitano ancora, più o meno stabilmente, artisti di ogni nazionalità e non è aperta al pubblico.