Pieretto Bianco, Pietro Bianco Bortoluzzi
(Trieste, 1875 ~ Bologna, 1937)
Studiò all'Istituto di Belle Arti di Venezia, ma fu praticamente autodidatta, anche per quanto riguarda la scenografia. Appena dodicenne si trasferì con la famiglia a Venezia dove, scoprendosi pittore, si diede con impegno a studiare, da autodidatta, l'opera del Tintoretto e del Tiepolo.
Imboccata la strada dell'arte, non mancò nei primi tempi di tornare nell'amata Pieve d'Alpago, lasciandovi traccia della propria attività, effigiando una mucca sulla facciata della latteria di Tignes, dove, in un'antica casa, ancor oggi si conserva il suo primo quadro "Vecchio Suonatore", che ritrae l'amico Bortolo Schizzi.
Straordinari i successi artistici a Venezia, a Roma, a San Francisco dove decorò il padiglione italiano dell'Esposizione (era l'anno 1915). Nel 1916 a New York fu assunto quale scenografo ufficiale del Metropolitan Opera House ed in quella veste conobbe il grande tenore Enrico Caruso, diventandone amico. Nel 1920 insieme a Caruso raggiunse l'isola di Cuba dove gli furono tributati grandi onori e vide esaltata la propria opera pittorica.
Tornato in Italia nel 1926, si stabilì a Roma, lavorando come scenografo, e nel 1927-1928 venne incaricato di decorare con grandi tele i saloni del Ministero della Marina.
Negli anni Trenta raggiunse l'apice del successo, con mostre in Italia ed all'estero, soprattutto in Germania; nel 1937 mentre preparava a Genova una "personale", si ferì al collo e fu costretto a ricoverarsi presso l'Ospedale Rizzoli di Bologna dove, a causa di una polmonite, spirò il 7 marzo del 1937.