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CARLO VITALE
(Milano, 1902 ~ Camogli, 1996)

Ritratto di Helene Ratmansky  (1936)


Olio su tavola, cm 82x56

Firmato in basso a sinistra “CARLO VITALE”

Bibliografia:  Carlo Vitale, Milano, Studiolo, 1998, a cura di L.Bonazzoli,  tav.24

Carlo Vitale - opere 1927 - 1949 - Echi dal Novecento 5, catalogo della mostra di Bologna a cura di V.Maugeri e G.Cribiori, tav.21

Esposizioni: Carlo Vitale - opere 1927 - 1949. Bologna, Museo Ebraico, 10 marzo - 20 maggio 2016

 

Un ritratto intenso, dove sul taglio obliquo della ripresa scorre un’intensa sintonia tra pittore, personaggio e ambiente.
La giovane Helene Ratmansky, nata a Parigi nel 1918, apparteneva a una famiglia ebrea originaria di Vasilkov (l’attuale Vasylkiv in Ucraina). Nel 1936 è a Milano, in un momento in cui il regime fascista era ancora disposto a garantire agli ebrei stranieri di stabilirsi in Italia
Nel periodo successivo all'introduzione delle leggi razziali e al divieto di lavoro per “ebrei stranieri”, entrato in vigore il 12 marzo 1939 - termine fissato per l'espulsione - le loro condizioni di vita peggiorarono in modo drammatico.
Immediatamente dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il l0 giugno 1940, il governo fascista varò delle misure per l’internamento dei cittadini delle nazioni nemiche. L'internamento fu motivato come strumento per garantire la sicurezza interna e la sicurezza militare, volendo inoltre evitare che uomini abili al servizio militare lasciassero il paese e si arruolassero nell'esercito nemico.
Helene Ratmansky con tutta la sua famiglia subì l’internamento prima nel campo di Pescina, in Abruzzo, poi a Ferramonti Tarsia in Calabria dove con il marito Mordka Icek Blank, ebreo polacco, e il figlio Raimondo rimasero fino all’agosto 1944 (vedi in A. Pizzuti, Ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico, 2010).

                            (E.M.)