LEONARDO DUDREVILLE
(Venezia, 1885 - Gniffa, 1975)
Paesaggio, 1920
Olio su tela cm 75x120
Firmato e datato in basso a destra "L.DUDREVILLE/920
Opera registrata presso l'Archivio Leonardo Dudreville di Monza N L.D.201
Bibliografia: Tra le righe. Ventiquattro artisti del Novecento italiano attraverso immagini e parole, a cura di G.Cribiori, 9cento Milano Edizioni, 2023, p 16
L'opera si colloca al termine della eccellente stagione futurista di Dudreville, dalla quale venne estromesso dal nucleo dei firmatari del Manifesto da Umberto Boccioni.
Curiosamente, da Parigi, il suo amico Anselmo Bucci lo avvisò di fare attenzione a intrighi e invidie: "Ricordati che tu sei attorniato da lupi, che mi han già parlato di quadri senza limiti e di fuochi d'artifizio. Diffida di un connubio Balilla-Pratella Libero-Mar Pacifico-Gino Boccioni. Schiva il blocco. E al Campari parla di cortigiane." (Archivio Bucci Fiesole, ora in Pontiggia, 1999, p.15)
Dopo questa delusione, prima di divenire uno dei più raffinati e ammirati pittori iper-realisti del panorama italiano, Dudreville si concede un passaggio intermedio, in cui adotta diversi modi pittorici, dal divisionismo al puntinismo. La singolare resa dei volumi, unitamanete ad una preziosa vivacità cromatica sono le caratteristiche principali di questa eccellente opera, che la pongono in relazione a "Il cantiere" ((in Leonardo Dudreville - Silvana Ed. 2004, a cura di E.Pontiggia, fig 31) sempre del 1920, con il quale presenta molteplici similitudini.