VITTORIO DI COLBERTALDO
(Forlì 1902- Verona 1979)
Ritratto del saltatore Luz Long, 1936 circa
Gesso, altezza cm 50
Firmato e datato a sinistra della base "V. di Colbertaldo/936"
Carl Ludwig Hermann Long nacque il 27 aprile del 1913. Studiò legge all’Università di Lipsia, dove nel 1936 entrò nel Leipziger Sport Club. Dopo la laurea, esercitò la professione di avvocato ad Amburgo, pur continuando a interessarsi allo sport. All’età di 21 anni, nel 1934, arrivò terzo nel salto in lungo ai Campionati europei di Atletica leggera di Torino diventando il beniamino della Nazione tedesca.
Ai Giochi olimpici di Berlino nel 1936, voluti da Hitler per dimostrare la supremazia della razza ariana, Luz Long corrispondeva all’immagine stereotipata dell’uomo ariano: alto, biondo, prestante, carnagione chiara, occhi azzurri. Sfidò Jesse Owens, atleta statunitense, nel salto in lungo. Quest’ultimo aveva già fallito due salti e rischiava l’eliminazione. Il tedesco andò invece dall’avversario e gli suggerì di anticipare lo stacco. Confortato dalla lealtà di Long, diventato inaspettatamente un nuovo amico, lo statunitense ritrovò il giusto equilibrio psicologico e, seguendo il suggerimento, riuscì a eseguire correttamente la prova e a conquistare il suo quarto alloro olimpico - grazie all’ultimo salto di 8,06 metri con il quale aveva superato Long, fermo a 7,87 metri. L’atleta tedesco corse subito da Owens per congratularsi, abbracciandolo amichevolmente. I fotografi presenti immortalarono l’evento in una foto, che sarebbe diventata contemporaneamente l’icona immortale di quelle olimpiadi e della fratellanza tra i popoli.
L’amicizia fra Jesse e Luz continuò ad esprimersi attraverso le lettere. Quest’ultimo proseguì con successo la propria carriera, tanto che un anno dopo, nel 1937, migliorò il primato personale e nazionale, e cominciò poi a cimentarsi nella specialità del salto triplo. Nel frattempo riuscì a terminare gli studi di legge, diventando avvocato nel 1939, si sposò nel ’41, e diventò padre poco dopo. La guerra però iniziava a mettersi male per il Reich ed i comandi militari, bisognosi di rimpiazzare i caduti, alla fine del 1942 inviarono a Long la cartolina precetto, mobilitandolo in fanteria col grado di sergente maggiore. Nel 1943, venne inviato in Sicilia. Dopo quattro giorni dallo sbarco, il 14 luglio 1943, gravemente ferito, fu catturato dagli alleati e trasportato in un ospedale da campo inglese a San Pietro Clarenza, dove i medici militari poterono solo constatarne il decesso. Solo nel 1950, la Croce Rossa rinvenne i suoi resti nel cimitero di guerra di Ponte Olivo, nei pressi di Gela, per poi traslarli in quello di Motta Sant’Anastasia, dove si trovano tuttora.
Nel 1942, Luz dal fronte scriveva a Jesse così: ”Dove mi trovo sembra che ci non sia altro che sabbia e sangue. Io non ho paura per me, ma per mia moglie e il mio bambino, che non ha mia realmente conosciuto suo padre. Il mio cuore mi dice che questa potrebbe essere l’ultima lettera che ti scrivo. Se così dovesse essere ti chiedo questo: quando la guerra sarà finirà vai in Germania a trovare mio figlio e raccontagli anche, che neppure la guerra è riuscita a rompere la nostra amicizia. Tuo fratello Luz”.
Il 14 marzo 2019 è stato inserito nel Giardino Virtuale con questa motivazione: Atleta tedesco che incarnava lo stereotipo della razza ariana, non esitò, malgrado la competizione sportiva, a suggerire la strategia vincente a Jesse Owens durante le Olimpiadi di Berlino del 1936, abbracciando l’atleta statunitense dopo la sua vittoria. Per tale gesto Hitler inviò Long al fronte in Sicilia dove morì nel 1943. Chiaro esempio di sportività e fratellanza.
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