CARLO ANTONIO TAVELLA
(Milano, 1688 – Genova, 1738)
Paesaggio con viandanti nel mezzo di una tempesta
Olio su tela, cm 68x91
Tra la seconda metà del Seicento e la prima del Settecento una nuova sensiblità trova spazio e gradualmente si diffonde in seno alla grande pittura di paesaggio “classica”; alcuni semi di novità, che da sempre la critica ha definito “criptoromantici”, affiorano nella pittura che “racconta” la poesia della natura: possono dunque comparire tronchi spezzati e nodosi, antri oscuri e “sublimi” cascate, come in Salvator Rosa, oppure mari in burrasca, come nel francese italianizzato Vernet, o altrimenti lo scatenamento degli elementi in un cielo minaccioso di temporale come in Pietro Mulier, il Cavalier Tempesta, e nel suo originale emulo, il lombardo Tavella, apprezzato e collezionato dai contemporanei più raffinati ed aggiornati nel gusto pittorico, quali il Cardinal Pozzobonelli, la cui raccolta è oggi un vanto del Museo Diocesano di Milano.
Ogni connotazione tipica del paesaggista milanese è evidente nella tela in esame:
l’effetto del vento, il dinamismo delle due piccole figure, espressivamente definite, il cupo cielo in tempesta e la folgore, e, massimamente, il raffinato bilanciamento cromatico dei toni caldi e freddi, nonché l’attenzione per la rappresentazione degli elementi naturali esplicitati in tutta la loro monumentale, grandiosa maestosità, dalle fronde arboree alle rocce alle montagne sullo sfondo.