Francesco Polazzo (Venezia, 1683 – 1753)
Ha una prima formazione artistica a Bologna, dove viene a contatto con l'arte locale. Nonostante ciò, al suo ritorno a Venezia dimostra di orientarsi decisamente verso la maniera innovativa di Sebastiano Ricci e Giovanni Battista Piazzetta, al tempo i pittori più in voga della città.
L'attività del Polazzo si svolge soprattutto a Venezia, ma anche in altre città sotto il dominio della Serenissima quali Bergamo e Brescia. A Brescia, in particolare, la sua presenza è collocabile tra il 1736 e il 1738. Da una sua lettera manoscritta del 22 febbraio 1736 si deduce la commissione di una tela da parte delle "monache di Brescia", probabilmente quelle del monastero di Santo Spirito dove Giovanni Battista Carboni, nella sua guida della città del 1760, registra appunto una tela del Polazzo oggi perduta. Nel 1738 esegue la Morte di san Giuseppe per la collegiata dei Santi Nazaro e Celso sempre a Brescia.
Una presenza più assidua del Polazzo è in realtà registrabile a Bergamo, dove ha lasciato numerose opere in ambiti sia civili, sia religiosi
La vicinanza del suo stile a quello del Piazzetta ha spesso portato ad attribuire molte opere a quest'ultimo, piuttosto che al Polazzo, soprattutto in caso di letture critiche superficiali.
La lezione del suo grande maestro influenzerà composizioni e dettagli della quasi totalità delle sue opere, fino alla tarda maturità. Non minore eco avrà sempre la formazione bolognese con le complesse composizione cromatiche, la quale, accostata alla solarità veneziana, darà come risultato dipinti di grandi effetti coloristici, dagli accostamenti ricercati.
A un livello qualitativamente inferiore si pongono invece i suoi schemi compositivi, per i quali il Polazzo mai si dimostrerà originale ma, anzi, piuttosto ripetitivo.