Loading...

LUIGI MANTOVANI

LUIGI MANTOVANI

(Italian, 1880-1957)

NOTIZIA BIOGRAFICA


Luigi Mantovani nasce a Milano il 29 maggio 1880. Suo padre Giuseppe, abile incisore su rame e legno, aveva esercitato lungamente questa professione nel capoluogo lombardo, dove si era trasferito giovanissimo dalla nativa Reggio Emilia.
A dodici anni, Luigi, che abitava in via Conservatorio, incoraggiato dal padre iniziava a dipingere i primi paesaggi lombardi, che ritraeva nel corso delle frequenti escursioni fuori porta.
Nel 1896 si iscriveva all’Accademia di Brera, ai corsi di Figura e di Nudo; suoi maestri erano Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bignami, Camillo Rapetti e Cesare Tallone.
Iniziava appena ventenne a partecipare alle rassegne cittadine con la presenza alla IV Esposizione Triennale di Brera nel 1900, evento che segna l’inizio del suo assiduo lavoro, contrassegnato dalla presenza in numerose mostre pubbliche indette dalla Famiglia Artistica e dalla Permanente.
Nel 1902 affrescava la volta e le pareti delle chiese di Gavirate e di Cairate Olona, attività presto abbandonata per tornare alla più congeniale pittura di cavalletto.
Insegnava tra il 1907 e il 1917 alla Civica Scuola serale di pittura e in altre scuole pubbliche ed istituti privati, dedicandosi inoltre alla grafica e alla ideazione di manifesti pubblicitari.
Abbandonata momentaneamente la pittura per partecipare da combattente al primo conflitto mondiale, al suo ritorno a Milano rinunciava all’insegnamento e riceveva, nel 1917, il titolo di socio onorario dell’Accademia di Brera.
Faceva quindi della pittura la sua unica attività, dimostrando una coerenza e continuità stilistica, che approfondiva individualmente nel proprio studio, senza legarsi a correnti o raggruppamenti.
Fin dalla sua partecipazione del 1906 alla storica “Mostra del Sempione”, grande rassegna che aveva lasciato un segno profondo nell’arte milanese, le sue composizioni erano state particolarmente apprezzate, così come era avvenuto per ogni sua comparsa nelle rassegne cittadine, alle quali mandava vedute paesistiche e scorci urbani dal carattere inconfondibile e dalla profonda sensibilità.
Da assiduo protagonista dei cenacoli culturali ambrosiani, figurava tra gli animatori di un’altra associazione milanese, la Famiglia Meneghina; Mantovani aveva anche esposto in più occasioni con la ben nota Associazione degli Acquerellisti lombardi, alla cui presidenza era stato designato il geniale acquarellista Paolo Sala, suo amico e maestro di riferimento per l’impiego della tecnica ad acqua. Nel 1926 otteneva, proprio presso la Famiglia Meneghina, una medaglia d’oro per la mostra dedicata al paesaggio lombardo, meritata con l’opera Corso Vittorio Emanuele. Era stato eletto consigliere della Famiglia Artistica Milanese.
Nel 1930, la Galleria Micheli, ubicata in via Brera, attiva con un nutrito calendario di esposizioni individuali, gli dedicava una vasta personale, nella quale figuravano anche numerose vedute romane, scorci del Tevere, di piazza Navona, di Palazzo Farnese, produzione scaturita da soggiorni brevi nella capitale, che alternava ad altrettante fugaci visite a Venezia, anch’essa generosa di esiti pittorici incoraggianti. L’artista si lasciava sedurre anche dalle vedute alpine, che ritraeva nei soggetti più paradigmatici, quelli del Cervino, delle Dolomiti, del Monte Rosa, del Monte Bianco, offrendo pure frequenti e riusciti saggi come ritrattista. Esponeva, negli anni Quaranta, anche nelle rinomate e propositive gallerie milanesi Ranzini ed Annunciata.
Durante il secondo conflitto mondiale aveva sospeso l’attività espositiva, ripresa successivamente nel 1953 con la partecipazione alla Biennale di Brera di quell’anno.
L’artista moriva a Milano il 25 settembre 1957.
A dieci anni dalla scomparsa, la Galleria Mainetti, attiva nel centro di Milano, gli dedicava una retrospettiva con circa cinquanta opere.

Suoi dipinti figurano nelle più rappresentative raccolte pubbliche milanesi: le Civiche Raccolte d’Arte, la Camera di Commercio, la collezione della Provincia in Palazzo Isimbardi, la Quadreria dell’Ospedale Maggiore.
Un particolareggiato omaggio retrospettivo, che costituisce ad oggi, l’unico, valido coordinamento filologico della sua attività, gli è stato intitolato dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano nel 1988.