RINO GASPARE BATTAINI
(Milano, 1892 - Rapallo, 1960)
Rino Gaspare Battaini nasce a Milano.
Abbandona l’Accademia di Brera dopo soli tre mesi di frequenza, ritenendo di avere appreso ciò che gli serviva.
Fu soldato al fronte, in Libia, nel 1911; si unì al Battaglione lombardo ciclisti insieme a Funi, Bucci, Piatti, Sironi, Sant’Elia, Boccioni e Marinetti, combattendo sul Carso e sull’Altissimo, come ampiamente documentato dai bozzetti di Anselmo Bucci.
La sua pittura vive di luce propria, lontana dalle convenzioni e dalle esposizioni ufficiali (esporrà in collettiva solamente alla Prima Mostra del Novecento Italiano)
La sua pittura è diretta, virtuosa, immediata, ma non scontata, anche se nel proprio 1933 viene archiviata con una definizione quantomeno sgradevole: “[...]Battaini ha sorpreso il pubblico per la grande abilità meccanica con la quale erano realizzate[...]”
(Emporium, n.457, 1933, recensione di V.Costantini della personale alla Galleria Scopinich)
Lo stesso Costantini, nel 1941, recensendo su Emporium la personale alla Galleria Nova, ci svela che l’occasione rappresenta un ritorno sulle scene di Battaini, che aveva abbandonato la pittura “[...]forse infastidito da
deformità avanguardiste[...]”
Battaini era senz’altro dotato di un grande carattere e di poca propensione al compromesso e al sotterfugio:
“[...]So che il pubblico legge di raro le prefazioni, so che è inutile dirgli che amo dipingere "nature morte" dal momento che non espongo quasi mai altro[...]”
“[...]Sarebbe bene che ognuno mostrasse le proprie opere senza palesarne le intenzioni e tacesse dove aveva fissato il traguardo. Eviterebbe di far
conoscere al pubblico di essere rimasto “al palo”. Sarebbe meglio, anche, evitare certe prefazioni laudative, perché, tanto, è inutile alzare la testa più di quel che l'osso del collo consenta.[...]”
Chiaramente le parole di Battaini sono decisamente polemiche riguardo un ambiente che evidentemente ritiene troppo intellettuale e pieno di se.
Può anche darsi che la sua assenza dai circuiti espositivi più importanti sia spiegata dalla leggera acredine che affiora da queste pur brevi
riflessioni e da una presumibile scarsa attitudine all’atteggiarsi e
all’adeguarsi; anche nell’altro scritto che si è riusciti a recuperare - una presentazione precedente a firma dell’amico pittore Noëlqui (Noël
Quintavalle) - si coglie un accenno polemico indirizzato all’invidia fra colleghi “[...]È vero che tutti i giorni, o quasi, pittori parlano degli altri, si accontentano però di parlarne dietro le spalle.[...]”
“In un'epoca nella quale tutti si dichiarano grandi uomini e tutti dipingono, scrivono, scolpiscono, disegnano, parlano bene, ho l'immensa superbia di
essere modesto.”
Pittore di considerevole importanza ha vissuto ed operato lungamente a Rapallo, ha esposto in diverse promotrici milanesi e, con successo, alla prima mostra di Novecento Italiano (Milano 1926).
Ha tenuto personali a Bergamo, Biella, Genova, Varese, oltre che ad Amsterdam e a Londra. In particolare ricordiamo le mostre tenute a Milano nella Galleria Scopinich, 1932, e Genova nella Galleria Ranzini, 1959.
Artista di ambito novecentista ha dipinto frequenti nature morte e composizioni di figure. Alcune opere sono custodite nella Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Il pittore aderì’ con lo scrittore Massimo Bontempelli alla realizzazione del “Realismo Magico”, una delle correnti artistico-letterarie più significative, insieme a quella “Metafisica”, degli inizi del ‘900. Il movimento si rifaceva alla tradizione nazionale, prendendo spunto dai modelli del Rinascimento.
Caratteristica delle sue opere è una rappresentazione realistica degli oggetti, in un’immobilità’ quasi estatica, in cui il tempo appare come bloccato. I tratti sono precisi, curati nei particolari e definiti nello spazio; luce, atmosfera e sospensione sono gli elementi di uno scenario quasi magico.