Fare Arte ai tempi del Coronavirus è possibile? La pandemia di Covid-19 e le diverse misure adottate dal Governo – dal lockdown ai successivi decreti e restrizioni – hanno messo a dura prova l’economia del nostro Paese, compreso il mercato della cultura e dell’arte, come dimostrano anche i report di Federculture2020 su Artribune (https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/politica-e-pubblica-amministrazione/2020/11/rapporto-federculture-2020/ ) e del Sole24Ore (https://www.ilsole24ore.com/art/calate-36percento-vendite-gallerie-il-covid-ADLyTBo)
Nella prima parte dell’anno, complice il lockdown totale, le gallerie d’arte hanno vissuto un momento di estrema difficoltà, con una riduzione di fatturato tra il 50 e il 70%, senza contare che dopo la ripartenza molti appuntamenti fieristici sono stati comunque annullati proprio causa Covid-19.
Quali sono allora le prospettive dell’Arte in tempo di pandemia?
VERNISSAGE SEMPRE PIU’ DIGITAL
L’emergenza sanitaria ha costretto galleristi ed espositori ad una rapida rivoluzione, quella digitale: se l’accesso agli spazi fisici è contingentato, la soluzione è infatti sfruttare il mondo dei social media per condividere con gli appassionati d’arte le proprie opere.
Attraverso vere e proprie viewing rooms, realtà aumentata, realtà virtuale e vernissage online, le gallerie cercano di restare competitive, ma non solo. L’accesso al digitale ha infatti un grande potenziale: quello di attrarre una fascia più giovane, allargando il proprio mercato e contando anche su opere destinate a differenti target e fasce di prezzo.
Tra i diversi esempi, segnaliamo Vortic, progettata da Oliver Miro, figlio della gallerista britannica Victoria Miro, nata proprio per offrire spazi virtuali personalizzabili per allestire mostre ed esposizioni artistiche.
ARTISTI O INFLUENCER?
A proposito di social media e nuovi target, non possiamo dimenticare che il potenziale offerto da Instagram e da tutte le piattaforme vale tanto per le gallerie d’arte quanto per artisti e fan del mondo artistico, soprattutto in uno scenario segnato dalla pandemia.
Spazio allora agli Art Influencer, appassionati e critici d’arte, che in tempi di pandemia possono usare il palcoscenico virtuale per nuove challenge, condividere la propria passione, portandola al di fuori di gallerie e musei.
Per citarne alcuni, il giapponese Yusaku Maezawa – sì, quello che ha acquistato una tela Jean-Michel Basquiat per 110,5 milioni di dollari – con i suoi 560mila follower, il collezionista Gerry Bonetti, Cristina Giopp, storica e critica d'arte.
L’arte dunque può dunque trasformarsi, evolversi e continuare ad affascinare e rendere più belle le nostre vite. Perché come sosteniamo da sempre qui a Studiolo Fine Art, l’Arte non conosce Epoca. E non muore mai.