Luigi Mantovani: sensibilità tra scorci e paesaggi

Un artista poco incline a legarsi a correnti o gruppi, questo è Luigi Mantovani, personalità di grande coerenza e continuità stilistica, apprezzato soprattutto per le sue vedute paesistiche e gli scorci urbani dal carattere inconfondibile e dalla profonda sensibilità.

Nato a Milano nel 1880, viene incoraggiato a dipingere dal padre Giuseppe e nel 1896 si iscrive all’Accademia di Brera, ai corsi di Figura e di Nudo. Sin da giovanissimo partecipa a rassegne cittadine come la IV Esposizione Triennale di Brera nel 1900, evento che segna l’inizio della sua carriera.

Assiduo protagonista dei cenacoli culturali ambrosiani, figura tra gli animatori della Famiglia Meneghina e ottiene una medaglia d’oro per la mostra dedicata al paesaggio lombardo, meritata con l’opera “Corso Vittorio Emanuele”.

Nel 1930 la Galleria Micheli di via Brera gli dedica una vasta personale, nella quale figurano numerose vedute romane, scorci del Tevere, di piazza Navona, di Palazzo Farnese, produzione scaturita da soggiorni brevi nella capitale, che alterna alle visite a Venezia. Non solo però solo le città a ispirare Mantovani, che si lascia incantare anche dalle vedute alpine.

Luigi Mantovani muore a Milano nel 1957. I suoi dipinti figurano nelle più rappresentative raccolte pubbliche milanesi quali: le Civiche Raccolte d’Arte, la Camera di Commercio, la collezione della Provincia in Palazzo Isimbardi, la Quadreria dell’Ospedale Maggiore. Un omaggio retrospettivo gli è stato intitolato dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano nel 1988.

All’artista è dedicato uno dei volumi della collana della Galleria Studiolo Fine Art, “Echi dal Novecento 2, LUIGI MANTOVANI” - Catalogo della mostra a cura di N. Colombo e G. Cribiori - Brossura, cm 27x23, 72 pagine a colori.